Più cooperazione e più coerenza: così si ferma l’accaparramento della terra

Il seminario FOCSIV del 9 luglio sul diritto alla terra di contadini e popoli indigeni, con la presentazione del 4° rapporto sui Padroni della Terra (qui scaricabile), ha stimolato una importante discussione che ha portato ad alcune chiare indicazioni politiche.

La viceministra alla cooperazione internazionale, Marina Sereni, ha sottolineato come l’Italia si sia sempre impegnata molto per la sicurezza alimentare e quindi per il ruolo dei contadini, anche ora nel G20 e per il vertice ONU sui sistemi alimentari. Ma la questione è complessa, sono diversi gli interessi in gioco. In questo quadro si è dichiarata a favore di una maggiore cooperazione internazionale per l’agroecologia, riconoscendo il ruolo centrale dei contadini, l’utilità di una campagna per il raggiungimento dello 0,7% del reddito nazionale lordo per l’aiuto pubblico allo sviluppo, e di una coerenza delle politiche.  Questione quest’ultima da portare all’attenzione del vertice ONU: più sicurezza alimentare significa rendere coerente la politica commerciale e sugli investimenti con l’aiuto allo sviluppo, nel quadro dello sviluppo sostenibile.

A tal riguardo l’europarlamentare Benifei ha ricordato il suo impegno personale affinché l’accordo Unione europea – Mercosur contenga clausole sociali ed ambientali stringenti, e si è dichiarato a favore di strumenti giuridici e azioni di applicazione che rendano effettivi i diritti umani, e quindi anche il diritto alla terra dei contadini. A questo riguardo è stata interessante l’analisi della direttrice generale dell’economia montana e delle foreste del Ministero delle politiche agricole, dr.ssa Stefani, che ha evidenziato come esistano già normative vincolanti, come il regolamento per prevenire il commercio illegale di legname in Europa (Timber Regulation), che cercano di eliminare o ridurre le deforestazioni selvagge nei paesi del sud del mondo. Ma la loro applicazione è difficile perché si richiede un cambiamento culturale e di assunzione di misure di controllo del rischio a cui le nostre imprese non rispondono ancora.

Maurizio Martina, vice direttore aggiunto alla FAO, ha riflettuto sulla difficoltà di costruire consenso politico tra stati nazione sulle questioni della terra. Due le questioni fondamentali: andare oltre le leggi nazionali verso misure vincolanti internazionali, come nel caso del negoziato ONU su un trattato vincolante su imprese e diritti umani. E superare così anche la volontarietà dei principi e delle linee guida sui regimi fondiari e gli investimenti delle imprese. Per questo è necessario un nuovo multilateralismo, forse nuove forme di multilateralismo, che sappiano far fare un salto di qualità alla comunità internazionale.

A proposito del multilateralismo, Stefano Prato membro del Meccanismo della società civile per le relazioni con il Comitato mondiale per la sicurezza alimentare, ha sottolineato come sia indispensabile cambiare la “coreografia” e una narrativa che da molti anni vede il mercato, il settore for profit, come reale giocatore centrale a danno dei diritti dei contadini e dei popoli indigeni. E’ necessario cambiare questo paradigma. Anche il vertice sui sistemi alimentari è nato avendo come attori principali le grandi fondazioni filantropiche e il settore privato, il produttivismo e la tecnologia dei mercati, indebolendo una governance multilaterale più democratica come quella del Comitato Mondiale per la Sicurezza Alimentare. Per questo le reti internazionali della società civile lo stanno contestando e stanno organizzando un contro-vertice.

Enrico Quarello, direttore politiche sociali e territoriali di COOP Alleanza 3.0, ha risposto che vi è l’impegno del suo gruppo per un cambio di paradigma del consumo e, quindi, della produzione nelle sue filiere internazionali, nonché la disponibilità a rispondere a norme più stringenti sul commercio, necessarie per il loro valore intrinseco, e perché obbligano a un maggiore controllo e a misurazioni più efficaci sul rispetto dei diritti umani e dell’ambiente.

Queste riflessioni ed impegni sono stati stimolati dalla introduzione della presidente Ivana Borsotto che ha avanzato una serie di richieste alla politica a cui si sono aggiunte le raccomandazioni poste da Rita Uwaka del Tribunale Africano dei Popoli e la presentazione del rapporto di Andrea Stocchiero con la testimonianza di un caso di accaparramento delle terre in Senegal da parte di William Foieni di CISV.

La realizzazione del rapporto e del seminario è stata possibile grazie al contributo del progetto Volti delle Migrazioni, cofinanziato dall’Unione europea.

Leggi l’intervento di Ivana Borsotto presidente Focsiv

Scarica le slide di Andrea Stocchiero e di William Foieni di CISV

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