Comunicato stampa del 5 dicembre 2014.

La campagna FOCSIV per combattere lo scandalo della fame sostenendo il modello all’agricoltura familiare.

Il primo pacco di riso dell’edizione 2015 dell’iniziativa “Abbiamo RISO per una cosa seria – La fame si vince in famiglia”, è stato donato ieri al Santo Padre dal presidente della FOCSIV Gianfranco Cattai e dal presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, alla presenza del viceministro delle politiche agricole alimentari e forestali, on. Andrea Olivero.

Lo scopo della campagna FOCSIV “Abbiamo RISO per una cosa seria” – che vedrà coinvolti più di 3000 volontari nelle piazze italiane il 16 e 17 maggio 2015 – è combattere lo scandalo della fame e della povertà, rispetto al quale lo stesso Papa Francesco ci invita a non arrenderci; la strada è quella del sostegno all’agricoltura familiare, l’unica in grado di garantire una distribuzione equa delle risorse e la custodia del Creato. Di questo si è discusso ieri nel corso del pomeriggio di riflessione dal titolo “Nuove relazioni di fraternità: giovani e lavoro, agricoltura familiare, economia sociale”, promosso da FOCSIV nell’ambito delle celebrazioni del Premio del Volontariato Internazionale e in seguito all’Udienza Privata con Papa Francesco, che si è svolta al mattino.

“L’agricoltura familiare è l’unico modello capace di coniugare diritto al cibo e dignità – è quanto ha affermato Gianfranco Cattai, Presidente FOCSIVperché il problema non è solo soddisfare un bisogno ma rispondere al diritto dei popoli a nutrirsi da sé. Con la campagna “Abbiamo RISO per una cosa seria” 2015 FOCSIV promuove interventi a sostegno dell’agricoltura familiare nel mondo come in Italia e lo fa distribuendo nelle piazze un riso proveniente da coltivazioni italiane, per educarci allo stesso tempo al consumo e alla solidarietà.”

Il Presidente nazionale Coldiretti, Roberto Moncalvo, ha ringraziato FOCSIV per aver scelto un riso prodotto dai coltivatori diretti della Filiera Agricola Italiana, “perché è simbolo di un modello di impresa agricola legata alla famiglia che oggi è diventato un valore, un modello di sviluppo diverso che lega il nostro lavoro alla natura e alla tradizione e che è l’unico modello che possiamo condividere con i Paesi del sud del mondo, per restituire alle comunità il diritto di produrre prima di tutto il cibo necessario al loro sostentamento e poi i prodotti da esportare, unica strada da percorrere per combattere il fenomeno del land grabbing: 80 milioni di ettari sottratti alle comunità locali per l’arricchimento di pochissimi soggetti finanziari.”

“Ci troviamo di fronte a un’opportunità di scelta, che l’Italia, l’Europa e il Mondo intero devono compiere – è quanto ha sottolineato Andrea Olivero, viceministro delle politiche agricole – l’agricoltura non è ancora considerato un settore strategico, mentre la dimensione agricola deve diventare fulcro dello sviluppo. Con Expo 2015 abbiamo l’occasione di modificare profondamente il modello produttivo, di proporre una globalizzazione nella biodiversità che rispetti le colture e le culture alimentari dei diversi Paesi. La cosa importante è che noi non andremo a sostenere questa tesi per tutelare il made in Italy, ma il diritto di tutti i popoli a veder riconosciuta la possibilità di scegliere il proprio modello alimentare.”