A Kaffrine uno dei maggiori problemi messi in evidenza dalla precedente esperienza del COMI è quello della mendicità forzata praticata dai bambini, i cosiddetti talibé, studenti delle daara – le scuole coraniche – costretti a mendicare cibo per sé e denaro per il loro maestro, il marabout. Nonostante il governo si stia muovendo per migliorare le attuali condizioni di mendicità dei talibé, è molto difficile scardinare questa pratica di origine antica: le daara erano parte integrante della vita dei villaggi e le comunità rimanevano in contatto con i talibé prendendosene cura e offrendo loro parte dei propri averi. Oggi l’urbanizzazione ha causato una profonda distorsione delle daara: i bambini con il secchiello che vediamo camminando per le strade del Senegal, del Mali, del Gambia, della Guinea Bissau non sempre hanno un rapporto sano con la comunità, che non sempre si prende cura di loro. Molti marabout sfruttano i talibé per il loro arricchimento personale. La didattica si riduce all’apprendimento del Corano in arabo e l’integrità fisica, morale della persona non ha rilevanza. Le “daara moderne”, promosse dal governo e che il Comi appoggia insegnano invece anche a leggere e scrivere, insegnano il francese e la matematica. La presenza di questi ulteriori insegnamenti, assenti nelle “daara tradizionali” di cui abbiamo parlato, racconta un altro futuro ai talibé: un luogo dove “conteranno” essendo presenti nel mondo al punto tale da aver bisogno di imparare gli strumenti per intervenirvi. Questa attenzione alla persona si concentra, in questo progetto, su quella parte dell’integrità fisica che riguarda il cibo, la sua qualità, la sua sostenibilità.

Il progetto interviene all’interno di alcune Daara, in collaborazione con i Marabout, per garantire alimentazione sicura, educazione all’igiene e stimoli ricreativi ai bambini. Tutto questo con la partecipazione attiva della comunità.

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